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Il Wwf Rimini

Lunedì 6 giugno 2022 - Altre news

Il Wwf Rimini

Gli studenti della classe 3h del liceo linguistico Valgimigli di Rimini si sono messi in gioco e, all’interno del progetto per lo sviluppo delle competenze trasversali e l’orientamento Pcto (ex alternanza scuola lavoro), hanno intervistato grazie alla collaborazione con VolontaRomagna Odv alcune associazioni del territorio avvicinandosi così al volontariato.

Si è trattata di una bella occasione per i giovani di scoprire alcuni aspetti di un mondo che non tutti loro conoscevano mentre per le associazioni di incontrare gli studenti e di raccontarsi.

Oggi pubblichiamo integralmente la prima di quattro interviste fatte a: Wwf Rimini, Esplora, Rumori sinistri e Animal Freedom, che ringraziamo per aver collaborato all’iniziativa.

A raccontare la sua esperienza di volontariato Claudio Papini.

Buongiorno, oggi le faremo qualche domanda per conoscere più approfonditamente il Wwf di Rimini. Dunque, si presenti e ci racconti qualcosa sull’associazione.

Ho 66 anni, e sono l’attuale presidente dell’associazione, nonché responsabile dell’oasi Ca’ Brigida di Verucchio e della biblioteca Bruno Marabini del Wwf. Sono socio da circa 42 anni (l’iscrizione risale al 1980), si può dire che sia quasi una vita che sono qui. Il Wwf si occupa della tutela ambientale, della protezione di animali in via di estinzione e della raccolta di fondi per la salvaguardia di quest’ultimi. Il Wwf Rimini dipende dal Wwf Italia, che a sua volta sottostà al Wwf Internazionale.

Perché ha scelto proprio il Wwf? Come è nata la sua passione?

Ad essere sincero non so se sono io ad aver scelto il Wwf oppure è stato il Wwf ad aver scelto me! Sono due facce della stessa medaglia… Da giovane ero ciò che si può definire un “poltronaro”, ovvero finito il lavoro mi fiondavo a casa passando il tempo seduto in poltrona. Poi una macchina fotografica mi ha cambiato la vita. Abitando a Rimini vagavo insoddisfatto in cerca di mi sono messo alla ricerca di soggetti interessanti da immortalare, così un giorno ho pensato alle sponde del Marecchia; con la speranza di poter fare delle belle fotografie. Ma ahimè, camminando lungo le rive del fiume mi sono dovuto ricredere in quanto mi sono imbattuto in vere e proprie discariche a cielo aperto, con rifiuti e sporcizia di ogni genere. La vista di tutto quel marasma mi ha lasciato di sasso. “Ero venuto per il bello ma ho trovato il brutto” ho pensato. “Cosa posso fare per cambiare questa situazione?”.

A quel punto qualcosa mi è scattato dentro e ho iniziato a cercare delle associazioni che mi permettessero di fare specifiche attività. Due di queste mi ignorarono, mentre il Wwf locale mi invitò a visitarli in sede. Entrai facendo parte del ramo amministrativo, occupandomi dei soci, dei bilanci e di far tornare i conti. Mi resi presto conto che il numero dei soci era drasticamente calato da 700 a 200, così mi adoperai per capirne il motivo. Ho dovuto sgomitare un po’, poi contattando in modo scientifico alcuni ex-soci scoprii che a molti sarebbe piaciuto continuare a sostenere l’associazione, ma che non avevano il tempo di passare in banca e/o alla posta per effettuare il versamento. Tutto sommato un problema facilmente risolvibile, pensai. Recandomi presso il domicilio di ciascuno di loro il numero di soci incrementò nuovamente.

Ecco, questo è stato il mio primissimo approccio con l’associazione. Poi col tempo il campo d’azione si è ampliato e girando per tutta la provincia di Rimini, ho scattato foto e preparato numerose denunce per inquinamenti idrici, abbandono di rifiuti, anche tossici, abusi edilizi e violazioni ambientali. È cominciato così un lavoro capillare. Ho percorso più volte le sponde del Marecchia, partendo dalla foce sino alla sorgente, per fotografare, segnalare e denunciare tutte le discariche e gli abusi fatti all’ambiente. Ma non solo il Marecchia è stato oggetto dei miei rilevamenti, bensì tutto il territorio provinciale, dalle valli dell’Uso al Marano, al Conca. A quel tempo ancora non esistevano le guardie ecologiche, perciò tutte le denunce o erano frutto di controlli diretti o erano susseguenti a controlli effettuati dietro segnalazioni di cittadini. La macchina fotografica, una “Canon”, mi ha aperto la strada a ciò che poi sarebbe diventata la mia più grande passione.

Cosa l’ha segnato maggiormente da quando è diventato volontariato? Com'è cambiata la sua quotidianità?

Il volontariato ha cambiato la mia vita dandole una passione, infatti dopo il lavoro non finivo più sul divano ma mi recavo in sede dove trascorrevo gran parte del mio tempo, anche trascurando un po’ la famiglia. Lì ho incontrato la mia seconda moglie, anche lei è una volontaria e proprio questa mattina ha accolto una classe di studenti. Scoprire, incontrare persone da cui ho imparato molto e fare esperienze che mi hanno arricchito, è stato fondamentale per poter continuare.

Ha mai pensato di smettere?

No, o meglio, non di smettere completamente. Fino al 2008 eravamo una sezione facente parte del Wwf Italia, quindi tutta l’amministrazione confluiva alla sede centrale, compresa la nostra. Ogni tipo di spesa doveva essere riferita alla sede, ma la nostra sezione, da un punto di vista contabile, non ha mai pesato sulle casse del Wwf Italia. Le fatture avremmo potuto farle pagare all'associazione, ma abbiamo sempre optato per una gestione più etica preferendo far fronte alle spese di tasca nostra. Ad un tratto però si sollevò un grande problema a livello nazionale quando emerse che diverse sezioni avevano fatto fatture a titolo del Wwf, ma che di queste la sede centrale ne era totalmente all’oscuro. L’associazione si ritrovò con un enorme disavanzo di esercizio. Considerando la situazione il Wwf non valutò ciascuna sezione individualmente, constatando chi fosse stato di peso economico e chi no, ma decise che tutti coloro i quali avessero optato per fare parte di attività correlate al simbolo del panda, avrebbero dovuto costituirsi indipendentemente.

Da quel momento (2008) ci siamo costituiti come Associazione Wwf Rimini Onlus (ora Odv) e abbiamo uno statuto autonomo. Naturalmente per rientrare sotto l’egida del Wwf Italia lo statuto è conforme allo spirito e agli obiettivi del Wwf Italia pur essendo Wwf Rimini. Questo ci ha permesso di renderci indipendenti sul piano economico, seppure ribadisco che noi non abbiamo mai pesato sulle casse dell’associazione nazionale. Vi dirò di più… Continuiamo per un certo verso a contribuire pagando le tasse dei rifiuti riferite alla struttura di Ca’ Brigida, sede dell’Oasi e del Wwf Rimini, di proprietà del Wwf Italia e investire, per quanto possibile, nell’attrezzatura e nei materiali che servono per una corretta gestione dell’Oasi. Si sono poi verificate altre situazioni complesse dove ho pensato di mollare poi però ha prevalso il cuore e sono rimasto! E su tutto ciò che non ci andava a genio, abbiamo continuato a contestare.

La sua esperienza più bella?

Ce ne sono state tante a dire il vero, dalla realizzazione di mostre sull’ambiente, all’accompagnamento di classi scolastiche lungo i sentieri dell’Oasi, oppure delle lezioni a scuola, ma quella più gratificante è stata vedere i lupi a Ca’ Brigida. Lasciate che prima vi spieghi: il terreno a disposizione del Wwf nel comune di Verucchio, conosciuto come Oasi Wwf Ca’ Brigida, è di 18 ettari, 12 dei quali costituiscono il nucleo principale, in via del Grano, mentre i restanti si trovano lungo la strada del Doccio. Nei 12 ettari, costituiti da campi, boschi, attraversati da un torrente, sono state dislocate 28 fototrappole ed è stato grazie a queste che abbiamo fotografato e filmato lupi. Ricordo ancora, era il 2019. Che gioia, ho gridato fortissimo! Forse talmente forte che mi avranno sentito anche a Rimini! Eravamo a conoscenza del fatto che ci fosse un passaggio in zona, ma vederli concretamente è stata un'esperienza veramente emozionante.

Le fototrappole danno l’impressione di essere proprio lì, certo non è come nei documentari alla tv (bellissimi e in alta definizione), è più un qualcosa di vissuto a un palmo dal naso perché quei sentieri e/o tracce di sentieri, non dico quotidianamente, ma spesso, li percorro per controllare la transitabilità in sicurezza e per scattare fotografie. Sicuramente è uno dei miei animali preferiti.

Ma, parlando di noi, due ragazze con assai tempo libero (ironico), cosa potrebbero fare per l’associazione?

Gran bella domanda. In questo periodi in tanti ci hanno chiesto cosa potrebbero fare per dare una mano. A noi piace prospettare tutte le attività possibili, abbiamo un vasto repertorio di attività da poter svolgere. In primis la biblioteca; qui da noi abbiamo 14.300 volumi catalogati, siamo nella rete delle biblioteche italiane e avremmo necessità di rivedere la sistemazione di tutti i libri. Da quando li abbiamo catalogati neanche il 50% presenta il timbro come da procedura. Per la catalogazione ci affidiamo aduna catalogatrice ufficiale che ci costa dai € 4 ai € 5 a libro. Fortunatamente la Regione con cui abbiamo una convenzione triennale finanzia la catalogazione, anche se a dirla tutta per quattro-cinque anni ci siamo dovuti fermare in quanto avevamo perso “il treno” per accedere ai finanziamenti. Fortunatamente, ora, ogni tre anni partecipiamo al bando che, se vinto, ci permette di registrare nuovi libri, ma anche di sistemare la biblioteca dal punto di vista degli spazi, come eliminare le barriere architettoniche, rendendo più sicuro l’edificio e le sale interne. È in programma l’installazione di porte antipanico, ciascuna stanza è dotata di un estintore e ci sono piccole rampe per l'eccesso di persone con disabilità.

Un altro servizio consiste nell'informazione ed educazione ambientale: nello specifico alcuni ragazzi presentano dei progetti che in seguito proponiamo alle scuole sotto forma di lezioni argomentative per gli studenti. Ci sono progetti sulla conoscenza degli animali, del bosco, sul riciclo, concorsi di disegno, insomma l'educazione ambientale in natura e, a questo proposito, dobbiamo registrare una nuova entry, Andrea, che si occuperà di tenere lezioni e laboratori sulla lavorazione del legno, legno recuperato dai bambini stessi nel bosco.

C’è la sistemazione dei sentieri, ovvero controllare che non vi siano rovi o tronchi pericolanti lungo i sentieri percorsi dai bambini oppure accertarsi che i ponti e i passamano siano stabili. Ci sono un totale di 2.5 km di sentieri.

Da circa tre anni il responsabile scientifico dell’Oasi e una ragazza hanno portato avanti un accurato studio sulle tipologie di farfalle presenti nell’area. Ne hanno censite circa 70 specie, la maggior parte delle quali diurne, proponendo un percorso specifico per avvistarle. L’ Oasi si presta per attività di ricerca.

C’è la cura dei vari giardini realizzati, a cominciare da quello delle farfalle, quello delle piante antiche, degli ulivi e delle piante aromatiche e officinali. La cura dei 4 mini laghetti per la riproduzione degli anfibi.

Un volontario potrebbe organizzare un sito web, perché ancora non ne abbiamo uno ufficiale. Spesso mi occupo personalmente di caricare dei contenuti sul profilo Facebook, ma un sito ufficiale del Wwf Rimini manca. Su Facebook, poi, un volontario potrebbe occuparsi di organizzare raccolte fondi da destinate all’Oasi offrendo, dietro un contributo libero, i numerosi volumi che trattano tematiche naturalistiche/ambientali disponibili. Poi c’è la pulizia dei fiumi e delle spiagge, insomma… basta avere un po’ di buona volontà e ci si organizza. A chi si avvicina, diciamo sempre “Se avete qualche idea non abbiate timore a sottoporcela”.

Per diventare volontari bisogna fare un numero minimo di ore?

No, assolutamente. Se una persona ha un’ora a disposizione, quell’ora è più che sufficiente, organizzandosi, per fare più cose possibili con il tempo a disposizione. Se sommiamo le ore di più volontari ecco che il conto torna.

Esistono limiti di età per venire a fare volontariato?

No, assolutamente no. A questo proposito posso parlarvi di un signore di nome Glauco, il quale ci contattò circa 3 anni fa non avendo trovato ospitalità presso un Wwf del bolognese. Dopo essersi messo in contatto con noi, abbiamo iniziato un rapporto di volontariato che lo ha portato a divenire una colonna portante del gruppo. Ora vive a Bellaria e quando può viene e si mette a lavorare dedicandoci il suo tempo. Glauco ha 70 anni, quindi mi viene da dirvi che non vi è assolutamente nessun limite d’età.

Siete stipendiati?

Noi qui siamo tutti volontari e, al contrario, utilizziamo fondi personali per finanziare delle opere. Ad esempio, nella prima parte dell'anno abbiamo dovuto far fronte a pagamenti per i quali non avevamo fondi così mia moglie si è offerta di anticiparli. Non appena avremo la possibilità la rimborseremo ma tanti sono gli acquisti che vengono fatti con i fondi personali e che non vengono rimborsati. Raramente forniamo rimborsi spese, nello specifico, quasi esclusivamente ai ragazzi che si occupano di educazione ambientale. In questo caso il contributo richiesto per le varie attività rivolte all’esterno, al mondo della scuola e alla cittadinanza, verrà suddiviso rimborsando le spese da loro sostenute e il resto andrà all'associazione che li impiegherà nella gestione dell’Oasi.

Avete qualche sponsor o qualche collaborazione con altri enti?

Per la ricerca di volontari ci affidiamo a VolontaRomagna oppure a inviti a collaborare veicolati sui social. Se intendiamo sponsor che attraverso la pubblicizzazione del loro logo effettuano versamenti all’associazione, no. L’associazione non può rilasciare fatture, altrimenti dovremmo sottostare al regime Iva con tutte le problematiche amministrative contabili che ne derivano. I soli introiti percepiti derivano esclusivamente da libere donazioni, erogazioni liberali e da contributi derivanti da convenzioni. Se intendiamo Sponsor politici, nemmeno, non ne abbiamo. Anzi può sembrare che la nostra presenza dia fastidio. Faccio un esempio riferito ad un fatto successo pochi mesi fa. A febbraio hanno appiccato fuoco in tre punti, nella parte di Oasi lungo il Doccio. La cosa non è passata sotto silenzio, eppure non è giunta da parte dell’amministrazione comunale di Verucchio nessuna chiamata di solidarietà o comunque di informazione sull’evolversi del fatto delittuoso.

O come a Riccione dove avevamo realizzato un giardino delle sabbie, ovvero un fazzoletto di terra di circa 1000 mq dove all’interno avevamo tracciato un percorso che permetteva di conoscere i fiori e le piante delle dune. Purtroppo l’amministrazione comunale di Riccione, si è attirata addosso le critiche, anche dure, del Wwf, come di altre associazioni, perché ha trasformato l'arboreto Cicchetti, ovvero un dono fatto da un privato, che aveva specificato come il terreno sarebbe dovuto rimanere accessibile a tutti i cittadini, in uno Skypark. Noi ci siamo battuti a lungo, in quanto ciò andava contro le disposizioni date e soprattutto perché si andava a intervenire in un ambiente ormai rinaturalizzato che con una oculata gestione avrebbe potuto essere valorizzato al meglio. Al contempo scadeva la convenzione per la gestione del giardino delle sabbie e per “tutta risposta” il Comune, nonostante fosse stata già definita quella nuova, ha deciso di non rinnovarla. Alla fine è stata una grande perdita poiché ad ora quel pezzetto di terra continua a rimanere inutilizzato. Tutto ciò solo perché noi avevamo portato all’attenzione di tutti come un luogo dato in dono alla comunità fosse stato utilizzato per il guadagnarci. Nessuno di noi dovrebbe avere uno sponsor politico, perché si sta aiutando l’ambiente, il quale è equo nei confronti di tutti.

TEMI: ambiente, odv